Prima di adesso non mi ero mai accorta di quanto fosse faticoso il lunedì. Invece, ultimamente vivo questo giorno con un certo terrore, ché dopo settimane di quasi inattività può accadere che si perda l’attitudine alle ripartenze, anche a quelle di un banale lunedì.
A dire il vero, però, io ce la metto sempre tutta per partire col piede giusto: un caffè tendente all’infinito, buona musica lungo il viaggio e pensieri felici, ma ahimè, ogni volta c’è chi butta all’aria i miei piani. Al punto che, spinta dalla deriva complottista di questo periodo, temo d’esserlo diventata un po’ anch’io, complottista, quando mi ritrovo a pensare che certa gente – in genere la più bizzarra in circolazione – si diverta a darsi appuntamento da noi, tutta insieme appassionatamente, proprio di lunedì, per far sì che le nostre settimane inizino ogni volta con una salita. E mica una a caso, eh, ma una di quelle belle impegnative, che segano le gambe e il fiato sin dai primi passi e ti fan dire, ma chi diavolo me l’ha fatto fare?!
Dalla paziente che si lamenta a gran voce indignata per il fatto che un’emergenza dal dentista abbia un costo (…40€), ai genitori separati che non si possono vedere e a noi tocca far da mediatori per le cure della figlia, passando per quelli che vivono gli appuntamenti come se fossero gite in famiglia e si buttano in studio tutti insieme, alla faccia degli altri presenti e del distanziamento sociale. E infine, come non citare lui, il complottista vero, che ti guarda di sotto in su con l’aria di chi ha capito tutto della vita e dice: tutta ‘sta faccenda è solo un’invenzione, lo sai?
Ah, be’, l’unica cosa certa è che da queste parti la noia non si sa bene cosa sia, anche se, è sempre più evidente che per lavorare in un posto come questo, altro che segretaria, devi saper essere un po’ tutto: avvocato divorzista, psicologa, vigile urbano, virologa… Come se di questi tempi la vita non fosse già abbastanza complicata di suo, con i continui cambi di rotta, le direttive che ti fanno organizzare il lavoro dalla A alla Z e un attimo dopo, via tutto, per ripartire, si, ma stavolta dalla Z alla A.
Oh, in questo giorni il Paese ha fatto solo qualche timido tentativo di ritorno alla normalità, ma da quel che ho visto e sentito, ho come l’impressione che avremmo già bisogno di una nuova sosta. Qualcosa capace di darci respiro, però, e non nuovo stress. Qualcosa come la signora Alma, ad esempio, che sebbene fosse lunedì, è venuta in studio senza polemiche né problemi. Ha risolto la sua urgenza e poi, prima di salutare tutti e andar via, ha detto sorridente e svagata alla Robi: Senta… Che me la fa una cortesia? Che la posso prendere una buttatina di quella pianta lì. Come la mi garba, guardi, l’ha unn’ha idea!
Avoglia! ha risposto la Robi. Uno zac e via, contenta come una Pasqua.
Per puro caso, adesso quella pianta se ne sta nel mio salotto e vien giù verde e vivace dalla libreria. Ogni volta che la vedo penso a quella donna, felice e leggera, che con un sorriso ed una semplice frase m’ha fatto pensare che forse là fuori non son tutti pronti a buttare sul prossimo le fatiche e le frustrazioni di questo periodo, che per quanto in alcuni casi possa esserci andato piano, diciamocelo, i coglioni li ha fatti girare un po’ a tutti. Ma forse là fuori c’è davvero ancora un briciolo di speranza.
E così, d’un tratto la vita sembra essere tornata la cosa meravigliosa che era un tempo, soprattutto adesso che la settimana volge al termine ed io la saluto dal mio salotto, con un po’ di rosso in corpo e Ray Charles nelle orecchie.