Questo mondo somiglia sempre di più a una giungla. E quando dico così, non intendo fare un paragone con la foresta impenetrabile e ricca di liane che ha visto crescere Mowgli e i nostri sogni avventurosi di bambini.
No.
Voglio dire che questo mondo si fa ogni giorno più ricco di insidie. Un luogo sempre meno ospitale per i sui stessi abitanti, che pare stiano puntando dritti all’autodistruzione senza nemmeno passare dal via.
Per quanto comunque si tratti di una giungla figurata, gli animali da queste parti non mancano.
Ci sono le gatte morte, ad esempio, o i galli da pollaio. I maiali che ti squadrano per strada; le amebe e i parassiti, che abitano il pianeta da tempo immemore; o quelli che peggio cento giorni da pecora che uno da leone.
Ecco, sulla base della mia esperienza posso dire che sono proprio loro, i leoni, che ultimamente van per la maggiore.
A onor del vero, devo ammettere che qualche volta lo sono stata anche io: uno di quelli che la sera leoni e la mattina… Insomma, ‘sta storia è risaputa.
Ma di leoni ne esistono anche altri tipi. Ci sono per esempio quelli da tastiera, che negli ultimi anni sono stati protagonisti di un vero e proprio ripopolamento, tanto da essere ormai diffusi a tutte le latitudini. E infatti sfido chiunque a dire di non essersi mai imbattuto in uno di questi esemplari…
Se poi, usando un po’ di fantasia, trasformate quella tastiera in un volante, ecco che otterrete un altro esemplare di leone – tendenzialmente diffuso in habitat più urbanizzati – pronto a tenere testa al cugino informatico.
Per una come me, che passa ogni giorno una buona ora e mezza in auto, i leoni da volante sono pane quotidiano.
Ci sono quelli di passaggio, che fanno puntatine estemporanee in territori altrui, rigorosamente cellulare alla mano e muso al culo. Li vedi una volta, manco il tempo di un’annusata e via.
Poi ci sono invece quelli stanziali, che si sentono i padroni indiscussi del territorio, come l’esemplare che ogni mattina, intorno alle 7.40, si muove da Firenze verso Ellera con la sua auto grigia targata EM***** in un continuo zig zag di sorpassi tra le auto che si susseguono fitte in entrambi i sensi. Ma lui niente, sta al culo di tutti e sorpassa, rigorosamente con la striscia continua… altrimenti che divertimento c’è!
Si direbbe un atteggiamento tipico di un leone di primo pelo, giovane e spavaldo, intenzionato a mettersi in mostra. Invece no. Sto leone ha pure una certa età… Una età che mi permetto di dire è evidentemente solo anagrafica dato che il cervello è rimasto indietro.
Ma lui non sembra farsene un problema. Anzi, forse è proprio quella la sua forza: il cervello chissà dove. Cosa che gli permette, dopo aver messo serenamente in pericolo un sacco di gente, di fermarsi al semaforo come se nulla fosse, aprire il finestrino e soffermarsi a salutare un passante, il quale non può che essere uno sciagurato, non fosse altro che per questa conoscenza. Ma vabbè, com’è che si dice, il mal voluto ‘unn’è mai troppo!
Quanto a me e al mio rapporto con questa giungla, ogni volta che capita di imbattermi in leoni così, trofi e arroganti da dietro un volante, provo un forte senso di repulsione. “Ma quale essere vorrebbe qualcuno così accanto?” mi chiedo. “Quale essere vorrebbe mettere al mondo qualcuno insieme a un tipo così?”, mi domando subito dopo, mentre sento le mie tube di falloppio chiudersi lentamente e salutare il pubblico… E invece, oh, tocca ammetterlo, è proprio vero che i gusti son gusti, perché da quel che vedo io, in questa giungla, a chiudersi, son sempre più spesso le tube sbagliate.
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>> Non se ne abbiamo a male i leoni veri, che per quanto mi riguarda meritano molto più rispetto e attenzione di tanti esseri umani <<