Mi chiamo Irene e sono cresciuta a Incisa in Val d’Arno, un paese della provincia di Firenze dove tutti si conoscono e un tempo i bambini si avventuravano per le strade ad inventare passatempi. Un paese di quelli con i prati verdi intorno, dove le strade si attraversano ancora ad occhi chiusi; di quelli che per quanto ti riguarda il mondo potrebbe anche finire lì. Certo, fino a quando non ti regalano il motorino e allora via, si fugge.
Da piccola stavo fuori casa da mattina a sera, un vizio che mi porto dietro anche adesso che mi son fatta grande e la mia vita s’è spostata in città. Anche se, detto tra noi, ho come la sensazione di non averne mica vissuta una sola di vite in questi anni, ma molte di più, tanto che, se i miei conti son corretti, con questa dovremmo essere a sei.
Lo so, ho impiegato un po’ di tempo per arrivare fin qui: colpi di capo, di cuore, gioie, cadute… Ma è proprio vero, non tutto il male viene per nuocere – e se ve lo dico io che ho trovato lavoro grazie a un mal di denti, credetemi. Così, dopo tanto vagare, adesso sono esattamente dove vorrei essere.
A quelli che hanno sempre avuto tutto sotto controllo, dico bravi, ma certe cose non fanno per me, che son sempre fuori tempo e nonostante mi sforzi non riesco a tenere a bada neanche i riccioli che ho in testa.
Laureata in Storia Contemporanea, amo tutto ciò che mi porta altrove: la musica rock, le illustrazioni e le storie, soprattutto quando si stringono tra le dita e profumano di carta.
Oltre a leggerne, be’, di storie ne ho anche scritte. Ad essere sincera non ricordo esattamente quand’è che la scrittura ha fatto il suo ingresso nella mia vita, ma sono certa non abbia dovuto bussare poi molto perché la facessi entrare. Da allora, ho scritto un po’ di tutto e soprattutto un po’ a tutti: a degli sconosciuti, a un cervello in fuga, una volta ho scritto persino a un tostapane.
Scrivere è per me un modo per stare al mondo, per mantenermi leggera;proprio come quando metto lo zaino in spalla e parto, ma sempre per tornare, eh, ché di qualcosa bisogna pur vivere.
Un anno fa ho unito queste mie passioni dando vita a In fuga con me stessa, una raccolta di racconti di viaggio fatti in solitaria, ricca di incontri, disavventure, luoghi meravigliosi.
Se vi dicessi che l’idea del libro c’era sin dall’inizio, quando in una grigia mattina d’autunno ho deciso di lanciarmi in questa avventura zaino in spalla, darei l’ottima impressione di chi nella vita ha sempre tutto sotto controllo. Ma ve l’ho già detto, cose simili non fanno per me e poi, si sa, le bugie hanno le gambe corte, allora vi dirò la verità: il libro è nato per caso, quasi senza che me n’accorgessi, macinando passi e pensieri in città sconosciute, fino a quando un giorno mi son detta, e se questi mie pensieri diventassero parole?
Così, adesso, le mie parole sono impresse nero su bianco e profumano di carta. Quando ci penso il mio cuore si riempie di gioia.
C’è ancora chi crede che alla mia età dovrei concentrarmi su altro: avere ad esempio una casa tutta mua, una posizione dirigenziale a lavoro, un marito, tre figli, un paio di gatti… ma a dirvela tutta, la mia vita non va affatto male neanche così com’è.