Questa settimana è scivolata via quasi senza che me ne accorgessi.
Dico io, era l’ora che la vita si decidesse finalmente a render pan per focaccia!
In questi giorni, qua dentro, l’ha fatto un po’ con tutti, anche con me, e così, io non mi son certo tirata indietro, ché quando si parla di carboidrati son di cedimento facile.
Allora ho lasciato far tutto a loro, al pane, alla focaccia e alla vita, impegnati a ripagare gli sforzi fatti nella prima parte di questo anno, che tra corse e nevrotici squilli di telefono, m’è sembrata interminabile a tal punto da esserne uscita a pezzi. O per lo meno questo era ciò che pensavo. Poi l’altro giorno la signora Anna si è fermata in segreteria. Oh, ha detto, invece d’invecchiare, la ringiovanisce…
Io pensavo si riferisse a Sandra, attivissima e in forma più che mai, invece no, Macché Sandra, m’ha detto, e’ dico a te!
Io le ho quasi riso in faccia, ché chissà come, ‘ste cose me le dicon sempre di prima mattina, quando mi sento come se mi fosse passato addosso un tir ed i capelli vanno un po’ dove gli pare, tanto che l’unico modo per contenere lo scompiglio (fisico e mentale) è nascondere tutto in uno chignon.
Cosa? Avrei voluto dirle. Ma non l’ho fatto, ché anche se la signora Anna non sarebbe mai il tipo, sotto sotto temevo una supercazzola. Allora ho detto grazie, mentre intanto pensavo, ah però, pane e focaccia han proprio un effetto miracoloso!
Una spintina però, va detto, gliel’abbiam data anche noi. Ché se i ritmi si son fatti più sostenibili lo si deve soprattutto alla nuova organizzazione, studiata e ristudiata per mesi. Adesso non ci resta che sperare nei suoi buoni frutti. Del resto, le cose, per farle bene non si possono mica improvvisare; van costruite nel tempo, con pazienza e dedizione.
Insomma, come m’ha detto l’altro giorno una paziente, mica si può dar da mangiare alla gallina il giorno del mercato. Per venir su belle paciocche, infatti, le galline van curate passo passo.
Così d’un tratto ho pensato a me, a tutte le persone e a quelle piccole cose che in questi mesi ho trascurato per star dietro al lavoro, allo studio… Ho pensato alla scrittura, messa da parte pure quella, e ai miei passi, che per quanti ne abbia fatti qua dentro in questi mesi, vuoi mettere con quelli liberi e curiosi di qualche mese fa, che si perdevano chissà dove, zaino in spalla.
Allora ho deciso: bisogna che torni ad alimentare questa gallina, ché in fondo nella vita ognuno ne ha una ed io, be’, più ci penso più mi convinco che la mia sia proprio questa.