Io non so come, ma in questo periodo di città svuotate e sole cocente, mi sento come schiacciata da tutto ciò che mi gira intorno. Eppure, ora che son tutti in ferie, di spazio per noi che restiamo ce ne dovrebbe essere di più, no?
Invece, chissà perché, ovunque vadano a cadere i miei occhi, oh, vedon qualcosa che non va. Un po’ come al tg, dove non si parla d’altro che di tragedie, disastri ambientali, giovani violenti, adulti che perdono il capo, politici che dimostrano di non averlo mai avuto… insomma, ‘na robaaa ma una robaaa, che l’altro giorno mi son detta, forse è davvero giunto il momento di non vederla più quella roba lì.
E così, lunedì sono arrivata a lavoro con l’intenzione di abbandonare per un po’ tv, social, cellulare, per darmi in pasto alla vita vera, quella fatta di persone, relazioni, e a volte anche di chiacchiere da bar buttate lì un po’ a caso. Ché parlare del traffico o del gran caldo non sarà certo il massimo, ma per lo meno non mi toglie energie e fiducia, come il sentire ciò che ultimamente accade in questo mondo.
I miei buoni propositi, credetemi, erano saldi. E lo son stati per un bel po’, eh, un cinque-sei ore buone, fino a quando quella bimba di otto anni non ha messo piede in studio. Un gran mal di denti e la faccia imbronciata. Con lei, la mamma.
Scoperta la causa del dolore, l’abbiam curata. Otturazione e via, risolto.
Quando arrivano al banco della segreteria son sollevate, la mamma più della piccola. E ci credo, dopo ore di lamenti, tua figlia è finalmente tornata a star bene.
_ Grazie, dice la donna.
_ Di niente, la segue la Clau. Poi dice due cose alla bimba.
_ Quanto è? Chiede la mamma sulla cinquantina, abbronzatissima e splendida splendente.
_ Sono 100€, fa la Clau. Ma non fa in tempo a finire che la donna se ne esce con un sonoro, Sticazzi!
Io, che ero alle prese con delle scartoffie ad una scrivania poco distante, alzo la testa. La bimba pare un’anima in pena. E ci credo, con una mamma così lo sarei anch’io.
La Clau resta zitta ed è un vero miracolo, ché se un minimo la conosco, son certa che dentro ne avrà pensate a centinaia. Ma resta zitta. Ignora. Proprio come si fa con le richieste di amicizia che non solo non ci interessano, ma ancor peggio ci disturbano. Ignora, appunto. La fa pagare e via.
Una volta fuori, ci guardiamo e senza dircelo, pensiamo alla stessa cosa: quella povera bimba, ché ultimamente ce la prendiamo tanto con questi giovani, senza riferimenti, valori… e sticazzi, se gli adulti che hanno accanto sono questi, mi pare il minimo.
E allora sapete una cosa?
Mi sa che la pausa me la prendo da tutto, anche dalla vita vera, ché di persone qua ne passano anche di molto belle, eh, ma guarda caso quest’anno allo studio hanno deciso di chiudere per una settimana ed io, be’, ne approfitto volentieri. Un po’ di meritate ferie, come mi ha detto ieri Ezio.
E così, stacco la spina. Ci risentiamo tra qualche giorno… forse.
Buona settimana di ferie… stacca la spina che fa bene staccarla ogni tanto!
Ti vedo sempre sorridente anche quando devi essere particolarmente cotta dalla stanchezza, e metti sempre allegria… scrivi Irene.
Scrivi Irene che è bellissimo leggerti!
A presto!
Grazie Giancarlo! E’ facile sorridere quando si ha a che fare con persone come te. Farò di tutto per godermi questi giorni liberi dal lavoro… anche scrivendo. Un carissimo abbraccio e a presto