Quello che mi son ripromessa di fare ogni lunedì è buttarmi alle spalle gli acciacchi e ciò che è stato, ripartendo con nuovo slancio. Ché ogni settimana è storia a sé, un po’ come i giorni e le ore. Allora via, con fiducia, verso quel che sarà, ché l’ottimismo si dice sia il profumo della vita.
Già… solo che poi mi domando, che diavolo di slancio volete che mi dia se il primo paziente con cui ho avuto a che fare questa settimana, manco ho fatto in tempo a dirgli buongiorno, che se n’è venuto fuori con un altezzoso: che c’è dimorto da aspettare stamani?!
Ed io, a quelle parole lì, ho appallottolato i buoni propositi, crash!, e me li son buttati alle spalle, ma con leggerezza, eh, ché anche se in mente avevan già preso a frullarmi pensieri su pensieri, mi son detta, meglio lasciar stare e rimanere zitta, va, ché se inizio a farmi il fegato amaro di lunedì si parte bene di nulla.
Anche se, a dirla tutta, sebbene lunedì sia stata zitta, mi sa che il fegato con questo lavoro me lo sto giocando lo stesso, ché tanto, dopo quel paziente lì n’è venuto uno simile, poi un altro ancora… e come se non bastasse, oh, ci s’è messo anche qualche collega a rendere ancor più interessante il tutto; una roba che se ci penso, caro il mio fegato, un due-tre Negroni di quelli pesi sarebbero andati giù parecchio meglio, credimi.
Ma voglio esser comprensiva, suvvia, ché non si dica che passo i venerdì a lamentarmi!
Allora la butto lì e mi domando, sarà forse questo caldo tremendo giunto d’improvviso a fiaccare menti e gambe, a dar noia un po’ a tutti? A renderci più irascibili, intransigenti, impazienti?
E chi lo sa…
Mio fratello dice che in questo periodo dovremmo bere in continuazione acqua, mantenerci idratati. Bisognerebbe insomma aver sempre con sé un bel paio di gobbe, proprio come i cammelli, in modo da non restar mai senza scorta, evitando così di disidratarsi e perdere le staffe. Solo che mica posso bene soltanto io, eh, ché per aver dei benefici, intendo benefici veri, mi sa che le gobbe dovremmo averle un po’ tutti. Quindi bevete gente, idratatevi! Altrimenti mi tocca buttar giù roba forte, altro che acqua… E poi chi glielo spiega a mio fratello?
Va detto, però, che in giro ci sono anche tante belle persone, che a loro modo son dei preziosi sorsi d’acqua fresca. Son quelle persone che con un sorriso, una parola gentile o una battuta, oh, son capaci di risollevarmi in un attimo.
Ce ne vorrebbero di più di sorsi così, leggeri e liberi, proprio come quello di birra fresca che butto giù a fine giornata, confusa tra centinaia di ragazze e ragazzi che non conosco, ma a cui comunque mi sento vicina, ché sorridon tutti, senza niente di cui lamentarsi né niente da chiedere, men che mai da pretendere. Ah, finalmente!
E mentre ci penso, alle delusioni, ai lamenti, alle arrabbiature… un po’ alla volta svanisce tutto. Ed è di nuovo il vuoto, dentro, un vuoto pieno di vita, di idee creative e anche di fiducia, si, che mi porta a pensare che a volte, be’, basta davvero poco per tornare a respirare. Un pomeriggio libero, ad esempio, meglio se immersa nel verde delle Cascine a Firenze, mentre il sole ci da l’ultimo bacio della giornata e la musica degli Smashing Pumpkins riempie l’aria, riportandomi, d’un tratto, ad un bel po’ di anni fa.