Se potessi dare un titolo a questa settimana, sarebbe senz’altro l’ombelico del mondo. Che di per sé, dico io, sarebbe un titolo niente male, pieno di punti di fuga dai risvolti conturbanti, a tratti anche un po’ esotici.
Invece no, ché ahimè, gli ombelichi a cui mi riferisco non hanno alcun risvolto se non in sé stessi. Vivono in questo mondo, esattamente come tutti gli altri, e come tutti gli altri, parlano, si muovono… ma gira e rigira, oh, restan sempre lì, ostinatamente ancorati a ciò che sono.
Aver a che fare con gente così è a dir poco avvilente, ché questi, oh, non guardano in faccia nessuno. Passano avanti a chi è in attesa, decidon loro per te e mentre ti guardano dall’alto, son pure capaci d’alzare la voce. Un pacchettino niente male, insomma, che credetemi, è di una tristezza infinita. Di quella tristezza che ti schiaccia lentamente in basso fino a quando non tocchi terra e hai come l’impressione che non ti rialzerai più. Ché se nel mondo c’è gente così, vien da chiedersi, cosa mi rialzo a fare?
Invece, poi, ti dici che se in questa vita c’è un motivo per rialzarsi, oh, son proprio quelle persone lì, che si credono l’ombelico del mondo quando invece non lo sono affatto. Ché questo mondo, che oggi ci chiede aiuto come non mai, di tutto ha bisogno fuorché di ombelichi.
Allora via, in piedi, a tentar d’aggiustare il tiro, ché se fino ad oggi non han capito che in questo mondo esistono anche gli altri, be’, magari non dargliela vinta potrebbe aiutarli ad aprire gli occhi e chissà, magari a scoprire altri volti, altre menti. Quel che è certo, è che farlo aiuterà noi. A sentirci utili, ad esempio, e a tratti anche persone migliori perché non indifferenti.
Il mio è un lavoro in cui non è che si possa far tanto per questo mondo, ma ogni giorno in più che passo qua dentro mi da la conferma che qualcosa può esser fatto, e quindi, dico io, facciamolo. No?
Mi piace il fatto che chi lavora al mio fianco la pensi un po’ così, ché se c’è una cosa che ho capito in questi anni, è proprio che l’unione fa la forza. Anche in queste cose. Ché esser piccoli, o pochi, non significa necessariamente non poter fare la differenza.
A dimostrarcelo, oggi, è Greta, che a soli sedici anni, è riuscita a smuovere le coscienze di giovani, donne e uomini di tutto il mondo, che mi auguro, una volta abbandonata la piazza, restino fedeli a ciò per cui hanno manifestato.
Io stamani ero a lavoro, ma col cuore, ammetto d’esser stata in piazza con loro, ché se c’è una cosa in cui credo è che cambiare si può, ma farlo richiede volontà, coerenza e soprattutto coraggio.
Ciascuno di noi, a modo suo, può far la differenza, a partire dai piccoli gesti per arrivare ai grandi. Quel che m’è parso di capire, però, è che per farlo davvero non si debba mai restare indifferenti, ché se vogliamo un mondo migliore, fatto di persone migliori, oh, c’è da impegnarsi. Altrimenti, be’, guai a chi si lamenta!
Il vero potere appartiene alla gente.
Greta Thunberg