Questa settimana è volata via senza che me ne accorgessi e l’ha fatto in appena tre giorni. Già, perché due li ho passati a casa, sotto le coperte, ché non stavo per niente bene. Raffreddore, mal di gola, febbre. Quest’anno, oh, non ne cavo le gambe. Ed io son qui che penso, vuoi vedere che zitto zitto, questo 2019 s’è messo in testa di farmelo capire che è giunto il momento di tornare un po’ a pensarci, alle gambe, ché fino a qualche mese fa macinavo passi a non finire, mentre adesso l’unica cosa che riesco a macinare sono pensieri, talvolta parole.
Intendiamoci, se dipendesse da me starei fuori a camminare tutto il giorno, senza niente e nessuno a ricordarmi di doverlo fare, ma nella vita, dico io, bisognerà pur guadagnarsi da vivere, no?
Bisognerà… certo, ma ho come l’impressione che debba un attimo fermarmi. Non tanto per star ferma, quanto piuttosto per riprendere a camminare. Intendo a faro sul serio, zaino in spalla e via.
A farmelo pensare son diverse cose, una tra tutte la mia auto, che ieri, proprio nel giorno in cui rientravo a lavoro dalla malattia, s’è fatta trovare con una gomma a terra. Dico io, più segnale di così.
E lì mi è venuto in mente il signor Luigi, che una volta m’ha detto: Coraggio! Nella vita ci vuole coraggio. E se non lo si ha, be’, ci si procura un paio di pinze e si piglia. Ché sennò, bella mia, l’è un casino.
Luigi ha una settantina d’anni e una risposta per tutto. Vino caldo e miele, m’ha detto lunedì mentre per l’ennesima volta mi son soffiata il naso davanti a lui.
Avrei dovuto dargli ascolto, invece non l’ho fatto, e così me ne sono stata a letto due giorni. Chissà, magari se l’avessi ascoltato… E chissà se di risposte ne avrebbe avute anche per la mia gomma?
Be’, per fortuna, una risposta per quella me la son data da sola, ché quando Elio è nei paraggi, inutile dirlo, son sempre in una botte di ferro.
Il messaggio comunque è arrivato forte e chiaro: le gambe sono importanti.
La pensa così anche una coppia di pazienti un po’ in là con l’età che in questi giorni ha fatto visita allo studio.
– Una sera a settimana andiamo a ballare – ci hanno detto.
Azz, abbiam pensato io e la Clau, ché a pensarci, oh, son più attivi loro a settant’anni che noi a trenta.
– E che cosa ballate?
– Tango
– Tango? Wow, bello! – si è sorpresa la Clau – Così vi mantenete in forma, eh.
– In forma?! – ha detto la signora – per tenersi in forma, cara mia, la soluzione è una soltanto: chiudere la bocca.
E lì, silenzio. Un ‘si’ con la testa e via, mentre intanto, senza farmene accorgere, chiudevo la porta dell’amministrazione, ché non si avesse a vedere che di là pullulava di brioche come non mai. Del resto, si sa, il carboidrato tira su, e chissà se oltre che con l’umore non riesca a far lo stesso anche con i bilanci.
Be’, tornando a me, se voglio rimettermi in forze e tornare a camminare, da qualche parte dovrò pur partire. Brufen, tè caldo, riposo, vitamine del gruppo B… Le sto provando davvero tutte, ché in questa vita, penso, sono pochi quelli che non si meritano un’occasione e così, come ho detto oggi alla Mau, non vedo perché non darne una anche alla crema di pistacchio.