Quella che si è appena conclusa è stata una settimana strana, iniziata l’altro ieri e già finita.
Già, perché il nuovo anno, a Risana, ha preso il via con una settimana di soli tre giorni, il che, detto tra noi, come inizio non è stato affatto male.
Nonostante questo, i pazienti in studio non sono certo mancati. Il telefono ha squillato, il campanello ha suonato… ma il tutto è avvenuto in un modo diverso dal solito. Un modo strano, oserei dire soft, se penso alle corse frenetiche di una settimana fa.
Chissà, magari le mie preghiere sono finalmente state ascoltate o forse il merito è delle grandi abbuffate, che tengono tutti ancora in un irreale torpore nonostante le feste siano quasi finite.
Be’, quel che è certo è che l’avvio del nuovo anno ha coinciso con la quiete dopo la tempesta. E se la settimana prossima tornerà il delirio, poco importa. Intanto ci siam goduti questa, eh.
Dico ‘goduti’ non a caso, perché quando si è abituati a correre, lavorare così sembra quasi d’essere in vacanza. Niente noci di cocco o mare cristallino, certo, ma l’aria che si respira è senza dubbio più svagata del solito; tanto che a forza di respirarla, quell’aria lì, va a finire che svagati lo diventiamo un po’ anche noi.
Io mi metto tra i primi della fila, ché di solito son bella precisa, ma in giorni come questi, oh, finisco sempre per perdermi. Non del tutto, sia chiaro, ma a pezzi. Lascio per strada parti di parole, butto lì lettere a caso. Vocali soprattutto, le preferisco. I numeri invece no, quelli restano al loro posto, e menomale, dico io, col lavoro che faccio…
Da un po’ di tempo comunque mi sono messa l’anima in pace: in fondo il mondo è bello perché è vario e a questo mondo, be’, ci sono anch’io, che quando mi rilasso perdo pezzi.
In compenso c’è chi funziona al contrario e quando è svagato, di pezzi prende anche quelli degli altri.
Mi viene in mente la paziente di ieri, che è tornata in studio scusandosi per aver messo in borsa, al posto dei suoi occhiali da vista, un paio di occhiali usati dai dentisti per alcuni interventi. È entrata tutta mortificata. Non ridere, ha detto, ma l’altro giorno ero con la testa chissà dove e senza volere ho portato via questi, e li ha tirati fuori dalla borsa.
Ah, però.. ho pensato. E io che mi preoccupavo per qualche lettera persa per strada!
La signora comunque non è certo la sola. In questi giorni ho visto pazienti tenersi penne, riviste della sala d’attesa… e poi, be’, ho visto la Mau, che stamani, oltre ai suoi fogli, che già sono così tanti da riempirle la scrivania, voleva tenersi anche quelli per il corriere.
Un piglia piglia generale, insomma, che se non la facevamo finita, con tutti ‘sti pezzi sparsi qua e là, mi sa che finiva male.
Del resto si sa, ogni cosa va presa a piccole dosi. A quanto pare anche lo svago.
Be’, per fortuna la settimana è stata corta e noi siamo gia fuori.
A pensarci adesso, però, che il sole finalmente mi scalda e Lou Reed canta Wagon Wheel mentre l’auto scivola via leggera, penso, bene esser precisi, eh, ma com’è bello, di tanto in tanto, lasciarsi andare e perdersi un po’… Ché per esser precisi abbiamo un intero anno, mentre questo, be’, non è che all’inizio.